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26 settembre 2006

IL LEADER TORNA DAL SUO POPOLO...


L'aveva promesso. Tornerò a Napoli. Così è stato. Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia e della Casa delle Libertà, ha chiuso i lavori della prima Festa Azzurra tenutasi a Napoli. Una kermesse che ha intrecciato spettacolo, svago e divertimento a momenti di autentica e profonda riflessione sui grandi temi di politica nazionale ed internazionale. Una Festa riuscita, immaginata e realizzata per incontrare la gente, spingerla alla partecipazione, avvicinarla al credo laico di Forza Italia. Napoli e la Campania hanno registrato con favore l'evento, in una regione amministrata dalla sinistra da oltre un decennio, dando voce e corpo alle delusioni patite dai cittadini per le tante promesse non mantenute e fiato alle speranze di rinnovamento locale e nazionale nel segno di Silvio Berlusconi.
C'era attesa per il suo discorso. I napoletani volevano conoscere da lui il suo pensiero sul futuro della città, e, soprattutto, essere rassicurati sul fatto che Napoli possa averlo davvero, un futuro. "Napoli non è perduta se i cittadini avranno il coraggio di voltare pagina e dire No a questa sinistra che da troppo tempo assiste impotente al degrado della città" - ha commentato tra applausi da stadio - "soffro all'idea di una città tanto bella e illustre mortificata in questa maniera. Le responsabilità sono di una sinistra che sarà battuta perché i napoletani e gli italiani hanno capito cosa vuol dire essere amministrati da loro. Tasse e povertà, ecco cosa stanno riservando agli Italiani."
Il leader azzurro ha spiegato che per ritornare al governo del Paese occorre rafforzare Forza Italia, radicarla ancora di più tra la gente, spingere gli indecisi a fare qualcosa per il loro futuro. "Perché Forza Italia possa crescere ancora di più è necessario che se ne rinnovi lo spirito, che cresca la determinazione dei suoi dirigenti e militanti, che si cerchino nuove forme di comunicazione con i cittadini perché si rendano conto che la libertà è il più prezioso dei doni e che il comunismo non porta altro che miseria, appiattimento, decisionismo statalista inconcepibile con l'evoluzione democratica di un grande Paese."
Da qui l'idea dei Circoli della Libertà e di tutte le iniziative tese a cucire un rapporto nuovo con la gente per smascherare le bugie propagandistiche della sinistra. Una sinistra che ha i giorni contati al governo del Paese. Un governo di sinistra che imploderà, vittima delle sue stesse contraddizioni. "Noi dobbiamo fare un'opposizione rigorosa, aspettando che la sinistra sia sopraffatta dalla propria impotenza e dalle sue lacerazioni interne. Siamo pronti ad ogni soluzione, sia in caso di governo di emergenza che in quello di elezioni anticipate. Lo dicono i sondaggi, lo vuole la gente."
E' in gran forma il presidente e manifesta apertamente l'intenzione di guidare ancora la coalizione di centro destra per tornare a Palazzo Chigi.
"Questo governo è pericoloso perché all'interno della sua composizione dà spazio a formazioni che si richiamano orgogliosamente al comunismo. Vi sono forze moderate che possono dialogare con noi ma, per non far cadere questa coalizione, devono condividerne la linea. Forza Italia è la speranza del futuro. Siamo di sei punti in vantaggio sulla sinistra negli ultimi sondaggi e anche la sinistra ha riconosciuto il nostro sorpasso. Tornare alle elezioni presto vuol dire per noi tornare alla vittoria. Dobbiamo prepararci per questo."
Una battuta sull'unità e sulla tenuta del centrodestra, raccogliendo l'invito della gente a spiegare l'assetto della casa delle Libertà in vista di questo obiettivo ritenuto più che probabile. "Credo che, al di là di quello che si sente e che si legge, il centrodestra o Casa delle Libertà, come si vuole chiamare il partito della gente, di noi moderati saldamente ancorati ai principi liberali e occidentali, è unito e saprà farsi trovare pronto per la difesa della libertà, ricorrendo ad ogni forma di opposizione democratica, anche nelle piazze, se necessario"
L'ultima tranche del suo intervento è per la missione dei nostri soldati in Libano e per la questione immigrazione. "E' una missione che è stata interpretata dalla sinistra come l'occasione per bloccare Israele e non chi l'attacca. Esattamente il contrario della realtà. Noi, pur concedendo la nostra adesione in linea di massima, per contribuire allo sforzo di pace che ha sempre caratterizzato la nostra azione politica nelle questioni internazionali, nutriamo molte preoccupazioni. Lo stesso discorso vale per il problema immigrazione. Siamo per l'accoglienza, da sempre, ma per un'accoglienza che implichi il rispetto delle nostre leggi, per una mano tesa a chi vuole venire a lavorare nel nostro Paese e non per delinquere. E' tempo che l'Italia torni al centro della scena mondiale attraverso una trasparente politica estera che coniughi la necessità del dialogo con il rispetto dovuto alla nostra tradizione storica e culturale, alle nostre radici cristiane e democratiche."
Di nuovo applausi, cori da stadio, cuori aperti alla speranza, in una Napoli che ha tanta voglia di tornare a vivere.

1 commento:

vito schepisi ha detto...

Cara Alessandra, vincere in Campania può significare spostare l'equilibrio elettorale. Vincere in Campania significa vincere in Italia. La Puglia ha già iniziato a comprendere gli errori commessi per aver dato fiducia a Vendola per la regione ed Emiliano per Bari. Il capoluogo di regione è ritornato ad essere invivibile per incuria e sporcizia. I cantieri sono tutti chiusi e s'avverte una forte emrgenza occupazione. I baresi tornerebbero a votare in massa per il centrodestra e la Puglia rimpiange l'impulso, le spinte innovative, l'operosità ed il rigore di Fitto. Il centrodestra deve puntare sul mezzogiorno e, nel contesto, su queste due regioni per vincere la sfida con la governabilità. La sinistra, come appare evidente, è solo clientela, progetti fumosi e demagogici, alterazione dei valori fondanti della nostra società (vedi Vendola ed i provvedimenti sulle unioni omosessuali), soccorso agli amici e discriminazioni.
E' un progetto esaltante quello di integrare l'Italia, senza assistenzialismi, ma con spinta alla realizzazione delle vocazioni produttive delle regioni del sud. Esiste in Puglia, Calabria, Basilicata, Campania e Sicilia un patrimonio naturale completamente o quasi ignorato. Un patrimonio fatto di piccole e grandi cose. Tradizioni popolari, sguardi incantevoli su antiche realizzazioni architettoniche, sole, luce, mare e la semplicità della gente, la genuinità delle cucine, il profumo della terra, i sapori. La storia e le forme architettoniche, l'arte che si confonde con un artigianato ancora propositivo e ricco di antica sapienza. Riscoprire questi valori è tra le scommesse della civiltà che si afferma. Quando ci definiscono conservatori devono capire che sono questi i valori che si vogliono conservare. Per farlo dobbiamo essere rivoluzionari ed innovatori per un nuovo modo di governare.