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06 novembre 2007

E’ MORTO ENZO BIAGI


Il giornalista e scrittore aveva 87 anni e si è spento poco dopo le otto alla clinica Capitanio di Milano, dove era ricoverato da dieci di giorni per problemi polmonari e cardiaci.
Al momento del decesso c'erano al suo capezzale le due figlie, Bice e Carla.

La scomparsa di Enzo Biagi priva il giornalismo italiano di un uomo di intelligenza acuta, capace di ironia tagliente ed una sobrietà assoluta nell’eloquio. Con il suo viso sereno metteva a suo agio l’ospite conversando di qualsiasi argomento con sagacia.

E’ stato un grande testimone della storia italiana, un giornalista o meglio un cronista (come amava definirsi) con una carriera importante alle spalle. Settant’anni di giornalismo sviluppati ad altissimi livelli: dalla collaborazione con la Rai alla direzione del telegiornale all’epoca della direzione Bernabei, dalla direzione di Epoca al Corriere della Sera. E poi tanti libri di successo.

Si può non essere d’accordo con alcuni suoi atteggiamenti avuti recentemente ma non ci si può esimere dal rendere omaggio ad un grande uomo di cultura che ci ha lasciato.

Spesso raccontava di non confessarsi da almeno 50 anni, ma che ogni notte recitava un Atto di dolore per pareggiare i conti con chi l’avrebbe poi dovuto giudicare…

Senza dubbio oggi avrà trovato lassù affettuosa comprensione.

17 commenti:

Anonimo ha detto...

Invia qusto commento al tuo capo e,chissà,magari ti farà radiare da internet.
GRANDE ENZO, ti ha omaggiato tutta l'Italia ,non hai bisogno dei piccoli uomini.

ALESSANDRA FONTANA ha detto...

Hai ragione anonimo, Biagi non ha bisogno di "piccoli uomini" meschini quindi non ha bisogno del tuo omaggio.
Non hai capito nulla di Berlusconi e ti permetti di giudicare senza conoscere i fatti o per sentito dire.
Biagi non è stato "radiato" dalla Rai come lui stesso ha dichiarato, ma avrò modo di riparlarne in un momento diverso.
Oggi francamente, mentre si stanno svolgendo i suoi funerali, mi sembra di cattivo gusto, come il tuo messaggio.

Anonimo ha detto...

Innanzitutto qui la meschina sei tu, Biagi non ha bisogno di piccoli uomini,ma neanche di piccole donneche si permettono di ipotizzare addirittura la comprensione di Nostro Sugnore per il grande Enzo.
I fatti li conosciamo tutti,non hai tu l'esclusiva, anche Bice e Carla Biagi nel giorno dei funerali del padre hanno dichiarato come ha sofferto Enzo per l'editto bulgaro che c'è stato senza ombra di dubbio, e hanno proseguito dicendo che Berluscono !HA PERSO UN'ALTRA BUONA OCCASIONE PER TACERE"
Troppo comodo agire in un modo e poi negare spudoratamente i fatti.
Si può sbagliare ma avere anche il coraggio di stravolgere i fatti "registrati" è come un evento diabolico.

Sergio Rizzitiello ha detto...

Cara Alessandra, voglio farti cosa gradita postandoti un ritratto, con considerazioni, di Enzo Biagi fatto dal Senatore Paolo Guzzanti, è tutto da godere.

PAOLO GUZZANTI SCRIVE:

SI’ LO CONOSCEVO BENE. REQUIESCAT.
PRATICAVA IL GIORNALISMO CHE PIU’ AVVERSO: QUELLO DELLE BANALITA’ NON ESENTI DA IPOCRISIA.
QUANDO VENNE A REPUBBLICA, SCALFARI MI CHIESE DI FARGLI DA BABYSITTER E ME LO PORTAI DIETRO NELLE ZONE TERREMOTATE DELLA LUCANIA, DOVE AVEVO FATTO I MIEI REPORTAGES PIU’ DRAMMATICI DELLA MIA VITA.
FU FESTOSO DURANTE TUTTO IL VIAGGIO, NON PROVAVA ALCUNA CURIOSITA’ REALE MA MI PARLAVA CONTINUAMENTE DELLE CELEBRI INTERVISTE CHE AVEVA FATTO NEL PASSATO.
EBBENE SI’ ANCHE ELEANORE ROOSEVELT.
POI PRESE A CANTARE MOTIVI DI VARIE OPERETTE, COME SE FOSSIMO IN UNA GITA FAMILIARE.
QUANDO TORNAMMO SCRISSE UN PEZZO STRAPPALACRIME SUL DOLORE DEI TERREMOTATI.
I SUOI LIBRI SONO BANALI. LE SUE IDEE ERANO CORRIVE. NON AVEVA LA MINIMA TRACCIA DI SENSO DELL’HUMOUR. UNA NOTTE IO EZIO MAURO, GIOVANNI MINOLI ED ALTRI MALNATI PASSAMMO LA NOTTE A DISCUTERE DEL CONTRATTO RAI PER BIAGI. C’E’ SEMPRE STATO UN CONTRATTO RAI IN BILICO PER BIAGI. DURANTE QUELLA NOTTE IO, CON LA VOCE DEL PRESIDENTE PERTINI, CHIAMAI TUTTI I LEADER POLITICI DELL’EPOCA E AD UNO DICEVO CHE BISOGNAVA FARE IL CONTRATTO A BIAGI, AL SUCCESSIVO DICEVO CHE BISOGNAVA CACCIARLO VIA.
POI LI INVITAI TUTTI AL QUIRINALE A PRANZO, E QUELLI ANDARONO CON LE LORO LIMOUSINE (ALTRO CHE LA CASTA).
IL FATTO DIVENNE NOTO E I GIORNALI NE PARLARONO. BIAGI MI VENNE INCONTRO LIVIDO: “PERCHE’ USI IL MIO NOME PER I TUOI SCHERZI?”.
RISPOSI: “PERCHE’ SONO ANNI CHE CE LO FAI A FETTE CON IL TUO CONTRATTO ALLA RAI E PERCHE’ IL TUO NOME E’ SEMPRE D’ATTUALITA’ COME I TUOI RICCHISSIMI STIPENDI”.
NON MI CANTO’ PIU’ LE ARIE DEL “CAVALLINO BIANCO”.
PRIMA DI ESSERE IO CONSIDERATO UN APPESTATO, MI INVITO’ DUE O TRE VOLTE NEL SUO PROGRAMMA.
MI FACEVA DOMANDE CHE NON AVEVANO NULLA A CHE FARE CON QUEL CHE DOVEVO DIRE E SI CONGEDAVA TRAENDO LA MORALE DALLA SUA MORALE.
NON SONO MAI RIUSCITO A LEGGERE UN SUO LIBRO SENZA IRRITARMI PER IL TONO DA COLLOQUIO CON IL MIO PORTIERE.
RIPETEVA SEMPRE LE STESSE COSE E MI DISPIACE MOLTISSIMO CHE SIA MORTO, PERCHE’ IL SUO SERENO (PER FORTUNA) TRAPASSO IMPONE A QUESTO PAESE IPOCRITA, BANALE, LACRIMOSO E ASTIOSO, DI CELEBRARE IL SUO CAMPIONE PIU’ ASTIOSO, LACRIMOSO, BANALE E IPOCRITA.
AVREI DI GRAN LUNGA PREFERITO CHE FOSSE VISSUTO FINO A CENT’ANNI E OLTRE.
NO, NON ERA IL MIO MAESTRO DI GIORNALISMO, MA ERA UN ITALIANO QUASI PERFETTO.
INFATTI QUASI TUTTI GLI ITALIANI LO PIANGONO COME IL LORO MIGLIOR CAMPIONE.

Anonimo ha detto...

Non ti è piaciuta la risposta per cui non l'hai pubblicata, qusta è la tua democrazia?

ALESSANDRA FONTANA ha detto...

Lo vedi anonimo... sei un povero meschino e non capisci nemmeno ciò che leggi... Io non ho ipotizzato la comprensione ma ho scritto una frase gentile circa la frase ironica detta da Biagi sul perdono divino... Cerca di volare più alto, per ora sei raso-terra.

Anonimo ha detto...

Si vede che sai cosa significa mettere la faccia nella terra, a me non mi scalfisci, non so come si sta raso terra, tu ci stai bene presumo, all'ombra del tuo ..eheheheheh nano...., vuoi giocare a spararle grosse, ma con me non attacca , ma sul fatto che tutti hanno detto che berlusconi chiuse la bocca e ,forse ,anche la penna a Biagi e poi, come i bambini tenta di negarlo,( CHE MESCHINO, NON HA NEMMENO LE PALLE PER AMMETTERE CIò CHE HA DETTO E FATTO FARE) hai glissato....
W la LIBERTA'
"Senza dubbio oggi avrà trovato lassù affettuosa comprensione"
l'hai detto tu ,non Bigi........
BIAGI SI ERA RACCOMANDATO AL """PADRONE" DEL CARDINALE Ersilio Tonini.
Buonanotte

ALESSANDRA FONTANA ha detto...

Ahhhhh.... ma allora non sei in malafede!! Sei solo ottuso e non capisci!!! E' tutto più chiaro, ma siccome sono un tipo paziente, ripeto per i non-capenti... Cioè per te. :D
Ho scritto: "Si può non essere d’accordo con alcuni suoi atteggiamenti avuti recentemente ma non ci si può esimere dal rendere omaggio ad un grande uomo di cultura che ci ha lasciato.

Spesso raccontava di non confessarsi da almeno 50 anni, ma che ogni notte recitava un Atto di dolore per pareggiare i conti con chi l’avrebbe poi dovuto giudicare…

Senza dubbio oggi avrà trovato lassù affettuosa comprensione."

Non mi pare che una persona mediamente intelligente potrebbe leggerci parole se non gentili. Tu invece scrivi: "donne che si permettono di ipotizzare addirittura la comprensione di Nostro Sugnore" IO NON HO IPOTIZZATO NE' COMPRENSIONE NE' INCOMPRENSIONE. Qui l'unico che non comprende sei tu!! :D
Era Biagi a dire che cercava di pareggiare i conti con chi l’avrebbe poi dovuto giudicare, io ho semplicemente detto che certo avrà trovato comprensione (per non essersi confessato ma per aver recitato l'Atto di dolore, come lui diceva ironicamente). La mia è una frase gentile, caro anonimo, ma comprendo che per te un avversario non possa essere trattato con gentilezza quindi nel tuo microcefalo non passa nemmeno lontanamente l'ipotesi che qualcuno possa essere cortese anche con colui che la pensa in modo diverso.
Per ciò che concerne invece il rapporto Berlusconi-Biagi, è sempre stato un rapporto conflittuale ma tra persone intelligenti. Biagi ha sbagliato nel fare la famosa trasmissione con Benigni il giorno prima delle elezioni (l'ho rivista recentemente al Maurizio Costanzo Show ed era davvero eccessiva e fuori dalle ben note regole) e Berlusconi ha detto che un atteggiamento del genere non era ammissibile, tanto meno da parte della televisione di Stato. Aveva ragione. Non glisso, caro piccolo uomo, Berlusconi ha avuto ragione. Che fosse Biagi o chiunque altro, questo atteggiamento non è stato corretto. Punto.
Se fosse accaduto il contrario, il giorno dopo avremmo avuto in piazza migliaia di bandiere rosse...
Il rispetto è reciproco. Molto semplice. Biagi è stato subdolo e scorretto. Con grande ammirazione per ciò che ha rappresentato, ma in quella occasione ha sbagliato. Non c'è altro da dire.
Tu scrivi in quel meraviglioso italiano che ormai ti contraddistingue: "a me non mi scalfisci"... mettiti l'animo in pace omino caro, io non ho nesssuna voglia di scalfirti, sarebbe una perdita di tempo.
Non si scalfisce il nulla...

Stammi bene.

ALESSANDRA FONTANA ha detto...

Dimenticavo... Come vedi anche la tua gentile allusione sul mio senso della democrazia è stata una cretinata. Ti sei subito alterato solo perchè non avevo ancora pubblicato il tuo commento come, tra l'altro, anche quello di sirio (che era invece a favore delle mie teorie)
Non devi ragionare col tuo cortissimo metro altrimenti sbagli continuamente...
Anche questa volta hai detto stupidaggini, ma non sei ancora stufo?

Stammi bene di nuovo.

ALESSANDRA FONTANA ha detto...

Grazie Sirio, come sempre sei efficacissimo... ;)

Anonimo ha detto...

tutto quello che hai scritto sono solo ca......
t'ho risposto solo perchè si tratta di Biagi ,che stimavo e stimo molto, e non mi va che anche i suoi "carnefici" o gli amici dei canefici,oggi ipocritamente tentano di tesserne le lodi per deviare i torti subiti da chi credeva e,forse crede ancora, di utilizzare la democrazia a proprio uso e consumo.
Potete dire quello che volete, i fatti sono li , ci sono registrazioni e testimonianze.
Biagi, la sua famiglia, i suoi amici e tutti quelli che lo stimavano e gli volevano bene , sanno come sono andate le cos.
Persino la stampa estera ha pubblicato l'editto bulgaro.
Quanto siete patetici a voler difendere l'indifendibile, sembrate tanti burattini dietro al burattinaio.
Con questo ho chiuso, inutile continuare a postare con chi sa solo offendere, non si sa autocriticare, e si arrabbia talmente tanto da dimenticare e fare due post.... e poi le contraddizioni, nel primo post sembrava ci fosse un'ammirazione,seppure blanda per Enzo, poi la decantata "efficienza" per quel post a dir poco deficiente come il suo autore che sia pure Guzzanti.... anzi

ALESSANDRA FONTANA ha detto...

Anonimo...non so se sia colpa del tuo scarso italiano (hai imparato poco da Enzo, come lo chiami tu confidenzialmente) o sia per i concetti confusi, ma del tuo ultimo post non si comprende il nesso.
Ma che stai a' dì??
Vabbè, ci vuole pazienza, ma per fortuna a quanto pare non avremo più il piacere di leggerti...

Saluti cari.

Anonimo ha detto...

Il post è chiaro , solo che le oche ,vogliono l'ultima parola e, si inventano l'incomprensione per poter straparlare a vanvera.
...E lasciamola ...quest'ultima parola......gli stolti non passeranno alla storia(?) , se non per.....

ALESSANDRA FONTANA ha detto...

Bravo anonimo... infatti l'ultima parola è la tua. Te la lascio tutta perchè te le meriti.

Stammi bene.

Anonimo ha detto...

Carissima Alessandra, trovo disdicevole presentarsi sempre in anonimato.
Posso capire per giocare, per "cazzarare", ma quando si vuol esporre in un blog di approfondimento, come il tuo, dei pensieri più o meno fondati, si deve avere anche il coraggio di presentarsi con nome e cognome.
Per questo io nei blog non userò più il mio nickname(che tu conosci bene).
Detto questo, su Biagi, e nessuno deve offendersi perché la verità non deve offendere nessuno se non gli impavidi,ti voglio postare quest'altro documento sul passato di Enzo Biagi.
Con affetto.

Oggetto: Il passato antisemita di Enzo Biagi La memoria selettiva di Enzo Biagi di Gaspare De Caro e Roberto De Caro http://www.carmillaonline.com/archives/2007/09/002364.html Nell’intervista concessa a Luciano Nigro in occasione dei festeggiamenti per il suo ottantasettesimo compleanno nella natia Pianaccio di Lizzano in Belvedere e pubblicata il 9 agosto scorso sull’edizione bolognese di Repubblica, Enzo Biagi racconta che «Giorgio Pini, cognato di un mio zio che si chiamava come me, incontrò Mussolini alla vigilia del gran consiglio che lo destituì», cioè poco prima del 24 luglio 1943. Nigro chiosa: «Lei in quei giorni scelse i partigiani». Biagi non fa una piega: «E mi trovai con gente di ogni classe…». Non è certo la prima volta che l’illustre giornalista glissa sui particolari, e crediamo sia giusto informare i lettori che non fu affatto «in quei giorni» che «scelse i partigiani», poiché qui le date contano e l’omissione non è innocente. In virtù della parentela con il cugino Bruno Biagi – potente ras fascista, deputato dal ’34, presidente della Commissione industria della Camera dei fasci e dell’Istituto nazionale fascista della previdenza sociale, poi sottosegretario alle Corporazioni –, Enzo Marco (così firmava all’inizio i suoi articoli) scriveva già diciassettenne sull’Avvenire d’Italia e su L’Assalto, «organo della federazione dei fasci di combattimento di Bologna», e in seguito su Il Resto del Carlino, dove divenne professionista nel giugno del ’42, quotidiano che per razzismo e fanatismo non era da meno e che fu diretto a partire dal 16 settembre del ’43 proprio da Giorgio Pini. Partecipò anche a Primato, la rivista di Giuseppe Bottai, il ministro delle leggi razziali, che «ha sempre stimato» e nei confronti del quale ha pubblicamente confessato il proprio «dovere di gratitudine» (Enzo Biagi, Ma che tempi, Rizzoli, Milano 1998, p. 43), una di quelle «camicie nere ma teste libere» di cui serba affascinato ricordo (Id., Scusate, dimenticavo, BUR, Milano 1997, p. 12). L’Assalto – «giornale della federazione fascista, dove poi ognuno scriveva quello che voleva» (Id., Ero partito da Bologna piangendo, in Bologna incontri, XIII, 5, maggio 1982, p. 6) – si distinse sin dal luglio del ’38 per la violenza della campagna antisemita, condotta settimanalmente sulla pelle degli ebrei bolognesi e non solo – per esempio invocò con urgenza profetica un’«opera di purificazione indispensabile specialmente nelle maggiori città dell’Italia settentrionale e centrale (Roma, dove ci sono ancora troppi ebrei, compresa)» (23 agosto 1941) – e dal giugno del ’40 per il «tono forsennatamente fascista e bellicoso» (Nazario Sauro Onofri, I giornali bolognesi nel ventennio fascista, Moderna, Bologna 1972, p. 159). Sul periodico Biagi si occupava di critica cinematografica e quando venne il suo turno di fornire un diretto contributo al razzismo nazifascista elogiò Süss, l’ebreo, film la cui visione Himmler impose alla Wehrmacht e alle SS in partenza per le campagne di sterminio in Europa Orientale: «un cinema di propaganda. Ma una propaganda che non esclude l’arte – che è posta al servizio dell’idea», scriveva in implicita polemica con il cinema italiano, che non trovava altrettanto valido. E continuava: Süss, l’ebreo «ricorda certe vecchie efficaci e morali produzioni imperniate sul contrasto tra il buono e il cattivo […], trascina il pubblico all’entusiasmo», l’«ebreo Süss è posto a indicare una mentalità, un sistema e una morale: va oltre il limite del particolare, per assumere il valore di simbolo, per esprimere le caratteristiche inconfutabili di una totalità. Poiché l’opera è umana e razionale incontra l’approvazione: e raggiunge lo scopo: molta gente apprende che cosa è l’ebraismo, e ne capisce i moventi della battaglia che lo combatte» (4 ottobre 1941). Dopo l’8 settembre, i giornali bolognesi passarono sotto il controllo nazista e proseguirono la lotta, compresa quella di sterminio contro le «caratteristiche inconfutabili di una totalità». Furono, quelli, giorni e mesi decisivi, come sanno gli storici. Biagi rimase al servizio della causa repubblichina fino alla tarda primavera del ’44, continuando a svolgere compiti redazionali e a compilare le sue scialbe schedine cinematografiche, cellule staminali delle opere a venire. L’ultimo articolo apparve il 17 giugno su Settimana: Illustrato del «Resto del Carlino», insieme all’intervento, assai più autorevole, di un suo giovane collega, Giovanni Spadolini, che sfoderava una devastante critica del liberalismo, prima di inabissarsi nel refettorio di qualche convento in attesa di risorgere après le déluge liberaldemocratico in altra Repubblica. La caduta di Roma e lo sbarco in Normandia avevano illuminato definitivamente il futuro, e quando giunse, non più aggirabile, la chiamata alle armi nell’esercito di Salò Enzo Marco preferì la montagna, come altri giornalisti, «la categoria che, più di ogni altra, era stata curata, selezionata, vezzeggiata dal regime, oltre che strapagata». Tornò a Bologna dieci mesi dopo, con indosso una divisa dell’esercito statunitense: sempre à la page, il Biagi. Se riscattò con la sua tardiva conversione quegli «anni di servilismo e di abiezione professionale e morale» (Onofri, op. cit., p. 264), non è dato sapere con certezza. Forse. Ciò che invece è sicuro è che fu complice attivo e non accidentale delle nefandezze del fascismo: poteva scegliere e lo fece. Non era il solo? non è un alibi, come ammonisce Hannah Arendt. Era giovane? Non abbastanza: aveva l’età di Piero Gobetti quando fu bastonato a morte e delle decine di migliaia di connazionali che il regime mandò a uccidere e morire mentre lui si assicurava i dividendi di spettanza. E se l’Asse avesse vinto la guerra, che gli sarebbe successo? Be’, questo è facile: Auschwitz o no, avrebbe percorso la sua brillante carriera, come poi ha fatto. All’ombra del potere in fiore.

Anonimo ha detto...

Cara Alessandra, mi scuso del refuso nel mio ultimo post, la frase esatta era"...la verità non deve offendere nessuno se non i pavidi..." mi è scappato invece "impavidi".
Poffare ai refusi!

ALESSANDRA FONTANA ha detto...

Effettivamente caro Sergio, così scorre meglio... :)
Un abbraccio e mi raccomando... firma ai gazebo !!!!