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11 dicembre 2007

PRODI, ATTENTO AL TIR


Mai successo nella storia della vita repubblicana. Cinque giorni di sciopero degli autotrasporti.
E il tavolo di trattative è saltato.

Prodi nella sua nebbia di Palazzo Chigi è confuso, ma severo…
Così gli autotrasportatori hanno deciso di continuare con il loro blocco. E noi staremo senza benzina e senza approvvigionamenti alimentari.

Vedremo se il governo vorrà comprendere le loro ragioni.

5 commenti:

Chart Smart ha detto...

NICE Blog :)

Anonimo ha detto...

Prodi ha pestato la coda ad una categoria che è meglio predere con le molle, ma sarebbe sbagliato trattarli come un piccolo gruppo di esaltati. In relatà sono la punta dell'iceberg dell'insoddisfazione generale che percorre trasversalmente tutte le categorie produttive. Prodi è riuscito ad evere un tempismo perfetto, unendo ad una difficile congiuntura di alti tassi di interessi ed aumento dei prezzi esogeno una politica fiscale brutale e restrittiva, che usa la GdF e gli uffici delle entrate come bassi sgherri, ad uno sperpero di risolrse senza precedenti. Ci vorrebbe un nuovo sant'Antonio di Paola: quando il re Alfonso di Napoli , per rabbonire il suo moralismo, gli fece una lauta donazione di monete d'oro su un piatto per il suo convento, questi ne prese in mano una, la spezzò con le dita e ne fece sgorgare il sangue, dicendo : "maestà, questo è il sangue dei vostri sudditi". Io ho un'azienda in difficoltà per lo sciopero dei trasportatori, ma sono ben felice di fermarmi qualche giorno, se quasto significa cacciare i parassiti.

ALESSANDRA FONTANA ha detto...

Thanks Teri!! :)

ALESSANDRA FONTANA ha detto...

Grazie Fabio, se tutti gli italiani fossero come te... Grazie davvero.

Buonsenso ha detto...

Solidarietà ai camionisti che con il coraggio della disperazione si oppongono ad un governo bolscevico, sempre pronto a concedere prebende ed incentivi solo ai paraculi di stato, ai grandi industriali politicamente corretti ed al gregge dei dipendenti allineati e coperti sapientemente guidato dai pastori della triplice.

In un paese dove la legalità è ormai una barzelletta Prodi, il calabrache, si permette di fare la voce grossa con chi chiede solo di essere messo in condizione di lavorare e guadagnare dignitosamente, senza essere stritolato da un fisco cubano e da costi di esercizio che crescono ogni giorno di più per la gioia di una politica parassita che vive di voto di scambio alimentato con il denaro di quei pochi (sic.) che non accettano di vendere la propria dignità per un tozzo di pane.

Devo sperare che il giochino subdolo e vigliacco del governo che cerca di mettere il paese contro una categoria perchè non abbassa la testa, possa fallire miseramente così come fallito è questo governo e questa classe dirigente uscita non certo per meriti propri indenne dalle macerie di tangentopoli. Miserrimi politici di seconda fila che non hanno saputo cogliere un'occasione irripetibile, quella di dare una svolta al percorso di un paese che corre incoscente verso il suicidio sociale ed economico.