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05 novembre 2008

GRANDE VITTORIA E SIGNORILE SCONFITTA


Nei giorni scorsi ho avuto qualche dubbio circa il voto compatto degli americani, ma Obama è riuscito a smuovere le coscienze.
La grande sicurezza in se stesso e la promessa di aiutare la middle class per il problema delle tasse, della casa e della sanità hanno fatto in modo che l’America oggi si trovi con un Presidente “speciale”.
La campagna elettorale di Obama è stata grandiosa, molto attenta anche se troppo onerosa. Spendere più di 600 milioni di dollari per una campagna elettorale è follia, ma evidentemente è stato molto utile … Certo ora Barak dovrà rispondere ai suoi grandi finanziatori, ma si sa, la politica è anche questo.

E’ anche evidente che gli ultimi mesi della amministrazione Bush e la grande crisi economica hanno dato un grande contributo a questa vittoria ed alla sconfitta di McCain che ha dovuto pagare lo scotto di appartenere alla stessa linea politica di Bush anche se spesso l’ha combattuto ed è stato osteggiato all’interno del partito anche per questo. Ma McCain è così, un combattente, un uomo che se pensa di aver ragione non abbassa il capo. E paga.
McCain è una persona per bene, un uomo serio che ha fatto ieri sera un discorso di grande stile e di immenso amore per la sua Patria. Mi è piaciuto molto ed è piaciuto a 55 milioni di americani.

La vittoria di Obama dimostra che il bisogno di democrazia è universale e che il sogno di un domani migliore muove masse enormi.
I programmi dei repubblicani e dei democratici erano molto simili quindi è ovvio che la scelta non è stata dettata unicamente dai contenuti.
La vittoria è stata accompagnata dall’emozione, dalla sensazione di poter scrivere una nuova pagina nella storia degli Stati Uniti.
Obama incarna la realizzazione del self made man, figlio di un keniota e di una donna americana, poche possibilità economiche, studi eccelsi grazie ad una intelligenza brillante ed alle borse di studio, una carriera politica in salita rapida fino ad approdare a 47 anni alla corsa per la casa bianca. Senza dubbio è un uomo abile che ha anche ben utilizzato la sua appartenenza all’etinia afro-americana che poteva essere un’arma sfavorevole.

Bellissimo il suo discorso dopo la vittoria, grande emozione e grande senso di appartenenza.

“Da tanti siamo uno” ha detto Barak, splendida frase. Ora lasciamo che il vincitore dia dimostrazione della sua capacità di governare. Da gennaio 2009 sarà il Presidente degli Stati Uniti.
Il primo grande appuntamento internazionale di Obama sarà il G8 in Italia, lo aspettiamo a braccia aperte ed attendiamo le sue parole.

Chiudo con l’augurio di Papa Ratzinger “Che Dio lo illumini”

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