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20 febbraio 2009

IL DECRETO LEGGE SICUREZZA

Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legge sulla sicurezza per combattere, in particolare, i reati contro la violenza sessuale: ecco le misure che sono previste.

Il decreto-legge approvato dal Consiglio dei Ministri prevede l’immediata adozione di incisive misure di contrasto a reati (in particolare quelli legati a violenza sessuale) la cui recrudescenza sta creando allarme sociale per frequenza ed efferatezza; le norme, già presentate al Parlamento e riversate in questo provvedimento per garantirne un`immediata efficacia, prevedono tra l`altro l`obbligatorietà della custodia cautelare in carcere per reati particolarmente odiosi (violenza sessuale, violenza sessuale di gruppo, prostituzione minorile e pedopornografia, turismo sessuale) nonchè l`esclusione dei benefici dell`affidamento in prova e della semilibertà per i condannati, particolari misure di prevenzione quali la possibilità che i sindaci, previa intesa coi Prefetti, si avvalgano di forme di collaborazione da parte di associazioni di cittadini (non armati) utili a segnalare casi di disagio sociale o che possano recare pregiudizio alla sicurezza.

A tutte le vittime di violenza sessuale viene garantito il gratuito patrocinio a spese dello Stato. Il decreto assegna al Ministero dell`Interno maggiori risorse per 100 milioni di euro e prevede l`assunzione di circa 2500 unità di personale delle Forze di polizia. In coerenza con la direttiva europea, il trattenimento di stranieri irregolari può essere protratto fino ad un massimo di sei mesi.Viene introdotto nell`ordinamento il reato di "atti persecutori" (cosiddetto "stalking") per sanzionare minacce e molestie reiterate che potrebbero evolversi in violenza sessuale o omicidio. Sanzioni ancora maggiori se il reato è commesso dall`ex partner o nei confronti di soggetti particolarmente vulnerabili. Il decreto-legge istituisce tra l`altro un numero verde per le vittime.

Entrando più nel dettaglio, non ci saranno più arresti domiciliari per i violentatori. Aggravanti se gli stupratori sono parenti o insegnanti delle vittime, e se le vittime sono minori di 16 anni. Ulteriori aggravanti in caso di violenze di gruppo. Ergastolo per chi stupra e uccide la vittima. Patrocinio gratuito alle vittime di aggressioni, violenze sessuali e molestie. Più mezzi e strumenti per le forze dell’ordine: 100 milioni di euro e 2.500 nuovi assunti da impiegare sul campo. Termine per trattenere i clandestini nei Centri di identificazione ed espulsione (Cie) elevato da due a sei mesi. Procedure più rapide, con maggior potere ai prefetti, per espellere gli illegali. E quanto alle ronde di privati cittadini, queste saranno associazioni a disposizione delle prefetture e dei comuni, con albi di volontari che ne faranno parte: agiranno disarmati, saranno composte in prevalenza da ex poliziotti e carabinieri, ed avranno il compito di segnalare ai sindaci attività sospette sul territorio. Inasprimento delle pene per lo stalking, le molestie sessuali spesso tra ex coniugi o fidanzati. Il decreto sicurezza approvato dal Consiglio dei ministri anticipa con 12 articoli le misure più urgenti del disegno di legge più ampio già approvato dal Senato. Il governo risponde così tempestivamente ad un allarme sociale particolarmente sentito dopo i casi ripetuti di violenze ad opera prevalentemente di immigrati irregolari, con precedenti penali alle spalle e perfino con provvedimenti di espulsione mai eseguiti dalla magistratura.

Basta scarcerazioni facili.
E proprio alla magistratura si rivolge il punto più qualificante del decreto. Chi viene arrestato con prove evidenti per violenze e crimini sessuali non potrà più beneficiare degli arresti domiciliari. Dovrà essere trattenuto in carcere e processato rapidamente, essendo rafforzato il concetto di pericolosità sociale a carico di questi individui. Finora la concessione dei domiciliari, dai quali normalmente i colpevoli si eclissavano magari per andare a colpire di nuovo, era a discrezione dei pm e dei gip. Basta magistrati buonisti. Il caso più recente, che ha fatto imbestialire l’opinione pubblica, è quello dello stupro di San Valentino nel parco romano della Caffarella, vittima una adolescente di 14 anni, e del pestaggio subìto dal suo fidanzato 17 enne. I due rumeni arrestati, entrambi clandestini, avevano goduto di un singolare trattamento di favore per reati precedenti, sia in Italia sia in Romania. Tra questi potrebbe esserci anche lo stupro di una dona di 41 anni avvenuto a gennaio a Primavalle, un altro quartiere romano. Non solo. Il più giovane dei due, Alexadru Loyos, era stato colpito dal decreto di espulsione firmato dall’ex prefetto di Roma Carlo Mosca: ma la magistratura di Bologna si era rifiutato di applicarlo con la motivazione che “non si faceva cenno a condanne, era riportati solo alcuni precedenti per rapina, lesioni, ricettazione e furto”. Come dire: bazzecole. Eppure lo stesso Loyos era stato già condannato due volte, nel dicembre 2007 e nel febbraio 2008: ma il Tribunale di Bologna “non ne ha mai saputo nulla”.

Ergastolo e aggravanti per chi stupra e uccide.
Non ci sarebbe neppure bisogno di spiegarlo: si tratta dei due crimini più odiosi. Ed anche in questo caso è solo la sottolineatura di norme già esistenti, essendo la violenza aggravante dell’omicidio volontario e viceversa. Eppure ci sono state sentenze che hanno individuato nella violenza sessuale uno “stato di alterazione” che è servito per evitare pene severe perfino agli assassini. Altre aggravanti sono state decise per le violenze di gruppo e a danno degli adolescenti nonché per pornografia minorile e per il turismo sessuale. Inettitudine e scelte politiche della sinistra. La discrezionalità totale lasciata ai magistrati ad opera dei precedenti governi, che di sicurezza non hanno mai voluto occuparsi, discrezionalità combinata con la mitezza delle pene, ha consentito questo lassismo ed a farne le spese sono state le donne, le coppie di giovani, gli abitanti delle periferie. Strati sociali deboli ed esposti che la sinistra avrebbe dovuto proteggere, ma che ha preferito sacrificare alla sudditanza nei confronti della magistratura e alla logica del “politicamente corretto” verso gli immigrati.





Dal sito ufficiale PdL

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