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20 febbraio 2009

IL "VELTRONATO"

E così finalmente Walter ha capito che è giunta l’ora di alzarsi dalla poltrona di segretario del Pd.
Missione fallita.
Prima le elezioni politiche, massacrati. Le elezioni del Sindaco di Roma, massacrati. Poi le elezioni in Abruzzo, massacrati.
Ed ora la Sardegna, massacrati.

Il “sogno veltroniano” del Pd è svanito nel nulla, come tutti (tranne lui) avevamo capito e dichiarato più volte.
Impossibile far convivere Margherita, Ds e Di Pietro. A parte il fatto che convivere con Di Pietro appare impossibile per chiunque, le anime politiche unite a forza da Walter per avere “un partito” erano inconciliabili.

Le lotte interne ai Ds si sono trascinate anche nel Pd, ma era talmente evidente che non riesco a comprendere come il buon Veltroni abbia potuto immaginare di far tacere quel continuo “mugugno” …
Occupati a difendersi l’uno dall’altro hanno dimenticato le “idee”, quindi è andato sviluppandosi il vuoto totale di un programma, di un pensiero comune, di ideali profondi. Leader poco credibili, senza personalità, cultori del nulla, del “se po’ fa’ ” e del “ma anche”.
Solo slogan e goffe scopiazzature americane e berlusconiane, ma nulla di concreto.

E poi il “nemico” … Berlusconi. Colui che in modo assai ridicolo Walter non nominava in campagna elettorale senza rendersi conto di essere patetico.
Berlusconi, l’uomo tanto odiato e temuto, l’uomo dalle mille colpe, l’uomo da combattere. Dimenticando completamente le nuove aspettative e le nuove sollecitazioni che giungevano dalla gente, la grande preoccupazione è stata quella di annientare il nemico.

Errore, caro Veltroni, i suoi veri nemici erano altri. I killer erano alle spalle non davanti a lei. Forse avrebbe dovuto prima guardarsi intorno. Poi pensare al programma ed infine combattere per la vittoria elettorale.
L’errore è stato enorme.

Ed è iniziata la litanìa: Berlusconi “dittatore” e gli italiani che lo votano quasi dei pazzi masochisti che non hanno capito a chi affidano l’Italia. Sempre con la supponenza di chi ha l’imprimatur della moralità, della verità e con quel leggero disprezzo di chi, con un curriculum molto radical chic, si permette di giudicare il resto del mondo. E così quando vince Berlusconi c’è un problema di democrazia, quando vince la sinistra è un momento di alta democrazia. Questo non poteva più reggere, la gente comprende molto più di quanto possa apparire. E si stanca.

Se la sinistra non smetterà di pensare che gli italiani si siano "bevuti il cervello" perché qualcuno li manipola con le televisioni e i giornali (tesi che si è dimostrata falsa da sempre), se non smetterà di credere di avere la supremazia morale e culturale, se non smetterà di eccitare l’odio verso l’avversario, non riuscirà più a crescere e magari anche a governare.

Walter Veltroni ed i suoi sei predecessori sono stati tutti battuti sul campo. Dovrebbero riflettere.
Molto seriamente.




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