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17 luglio 2006

COMPLICI DEI VENDITORI DI MORTE

C'è una inquietante crescita del consumo di droga nel nostro Paese, secondo i dati ufficiali. Raddoppiati l’uso di cannabis, di cocaina e triplicato quello di allucinogeni vari. I morti sono 600 all’anno. Una guerra. Una guerra che si sta perdendo, e che inghiotte troppi nostri ragazzi.Invece un giornale vicino alla sinistra riporta in prima pagina l’accusa rivolta da un deputato dell’attuale maggioranza ad alcune comunità terapeutiche. E di quelle cifre spaventose, pur se presentate in una sede ufficiale, in quella prima pagina non c’era traccia. La realtà, dura e tremenda, viene coperta dal polverone di un’accusa generica e bastarda. Si sceglie come notizia l’attacco cavilloso alle comunità terapeutiche, e non l’entità del massacro che si sta compiendo per le nostre strade.
Questa si chiama censura. Ben più grave, subdola e infingarda perchè è l’auto-censura di una cultura che flirtando con il comodo antiproibizionismo da salotto finge di non vedere lo squallore di quelle troppe morti, e l’enormità di quel crescente abuso. E’ l’autocensura vigliacca di chi non ha remore a usare ogni trucco per occultare una notizia che lo inchioderebbe. E allora, purchè non si parli della morte assurda di tutti quei ragazzi, parte l’attacco a chi invece da anni quei ragazzi prova ad aiutare. Certo che si usi più droga non dipende dalle leggi sul consumo di droga. Dipende dal fatto che ormai è "normale" l’uso della droga. Lo ha fatto diventare normale una cultura che, incurante della morte che stava seminando, ha fatto pasto della libertà dei nostri ragazzi. L’ha divorata. Era la libertà, lo splendido mantello che rende regale ogni gioventù e l’hanno trasformata in un orrendo cencio. Un cencio, consumato nel banale esercizio di scegliere quel che più piace. E’ una cultura che ha esaltato ogni eccesso come se la vita fosse un’orrenda galera da cui fuggire. Poiché si annoiavano della loro stessa vita, schiere di filosofi, di musicisti, di professori, di attori hanno finito con il giustificare i loro trucchi per evadere, per trovare un po’ di sollievo alla noia. Hanno fatto della loro noia la legge del mondo. Come se la loro noia fosse di tutti. E poiché avevano pulpiti da cui parlare, e seggi in parlamento e libri e giornali da stampare e concerti da suonare e soldi da buttare, hanno convinto molti che la noia è il vero volto della vita. Hanno infettato con la loro noia la vita di tanti. E poi se se ne fregano se molti di coloro che hanno infettato si buttano via, per fuggire. E se qualcuno dice loro: sono 600 ogni anno, guardateli, sono i nostri ragazzi loro voltano lo sguardo. E sulla prima pagina parlano d’altro. Fanno inutili polemiche e deviano la notizia. E' un comportamento vile e irresponsabile.
E la nostra classe politica di sinistra si presta a questo gioco macabro, dando l'illusione di un permissivismo che psicologicamente farà disastri ancora più terribili della noia di vivere. E' grave, un governo non può nascondere l'agonìa del nostro futuro e soprattutto non può rendersi complice dei venditori di morte. Che vergogna.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Per tacere del fatto che danno la colpa di questi dati alla legge Fini, che è entrata in vigore 4 mesi fa. Ridicoli ed in malafede.

Anonimo ha detto...

E´ la piú banale e retorica accozzaglia di luoghi comuni. La cultura della morte? Evadere dalla noia? Che palle. Ancora sti discorsi.
Che palle!!!!

Cerchiamo di tenere alto il livello della discussione. Innanzittutto distinguendo tra i vari tipi di droghe e i consumatori. Chi é che ha reso abituale l´uso della cocaina? Nella buona socitá milanese é abituale usarla.
Vogliamo parlare del problema culturale della droga. Ok, parliamo, Ma rendiamoci conto che la droga oggi non é un problema di periferia o di degrado, ma di buona socitä conservatrice. Emilio Colombo e Micciché ti dicono niente?

Chris ha detto...

Hai perfettamente ragione.

ALESSANDRA FONTANA ha detto...

Anonimo che dai un contributo fondamentale nel blog... ti sembra che io abbia parlato delle periferie ed abbia attribuito tutte le colpe al loro degrado ? Credo invece di aver parlato di intelletuali e simili. Il passagio su Miccichè e Colombo mi è parso del tutto inadeguato ma certo anche loro pare abbiano fatto uso di droghe. Questo però non c'entra un bel niente con la connivenza di un governo ... Lasciatelo dire.

Anonimo ha detto...

Da antiproibizionista decisamente convinto, mi e ti chiedo: com'è possibile che, proprio dopo il quinquennio di governo retto dallo schieramento che fa dell'interventismo la sua arma principale nella "lotta alle tossicodipendenze", emergano dati del genere? Non si tratta forse di una clamorosa messe di confutazioni al proibizionismo applicato?
No, niente paura: non sono un comunista, anzi, sono tendenzialmente destrorso (e, come tale, cerco di puntare molte delle mie carte sulla libertà individuale). E sto ancora finendo di pentirmi per aver fumato l'unica canna della mia vita.
Ma l'interrogativo che mi e ti pongo, cara Alessandra, rimane lì dov'è. O sbaglio?

Anonimo ha detto...

ma allora è vero!
tre mesi di comunisti: miseria e morte.

per completare il post dovresti aggiungere che il consumo è raddoppiato dal 2001 al 2005.

Anonimo ha detto...

Al di là dei vari commenti e anche se questi numeri non sono colpa della legge Fini, quest'ultima rimane (e ribadisco rimane) nel solco del proibizionismo, che non combatte la droga, non aiuta i giovani e foraggia la criminalità

ALESSANDRA FONTANA ha detto...

Allora per aiutare i giovani, combattere la droga e la criminalità liberalizziamo e facciamo le stanze del buco...? Follìa.

A.

ALESSANDRA FONTANA ha detto...

Caro Sirou, dici che è sconveniente? Allora sono proprio una ragazzaccia.... Baci anche a te.

A.