Pagine

05 maggio 2007

CHE STRANO...CI SONO LE ELEZIONI E RISPUNTA IL CONFLITTO D'INTERESSE !


E' davvero una combinazione che ha del "magico" ... Quando in passato si avvicinavano le elezioni, di norma saltavano fuori i processi a Berlusconi. Oggi non avendo più processi da inscenare, passano agli "interessi conflittuali" e alla ineleggibilità. Tra un pò si passerà direttamente al Polonio..."Hanno tentato - dice Berlusconi - con la via giudiziaria e finora gli è andata male. Ci ritentano con questo provvedimento che impedisce a chiunque abbia un'impresa, e abbia perciò fatto bene nella vita, anche dando lavoro agli altri, di dedicarsi alla politica e di dare il suo apporto al governo del Paese". L’Unione infatti decide a che prezzo distruggere il Cavaliere politico: quindici milioni di euro.Avevano chiesto a Berlusconi di intervenire su Telecom, ma la trattativa è naufragata curiosamente a favore di banca Intesa, la banca più vicina al premier e Generali. Hanno vinto la linea dura della sinistra radicale e soprattutto la smania accaparratrice di Prodi & C. Nessuna trattativa con il "Cavaliere nero", ma anzi sventolìo di carte per bloccare il suo impegno politico: la legge Gentiloni e il conflitto d'interesse. Mai il diessino Luciano Violante è stato così fulmineo con la sua commissione Affari Costituzionali della Camera, in un lampo ha approvato gli articoli 7 e 8 del progetto di legge Franceschini e così Silvio Berlusconi è incompatibile con una carica di governo. Quegli articoli infatti sbarrano l’accesso al Governo (guarda caso..) a chi possiede un patrimonio superiore ai 15 milioni di euro o "un’impresa che svolga la propria attività in regime di autorizzazione o concessione". Sono riusciti ad approvarli malgrado i numerosi litigi nelle file della maggioranza, ma l'obiettivo è evidente: imprenditori, ricchi e benestanti non potranno entrare a Palazzo Chigi. Garantendoci così un premier che se vorrà diventare ricco potrà rubare i soldi ai cittadini... o frodare i fisco per nascondere i propri averi (magari con donazioni ai figli, vero Romano?)Ancora una volta l'anti-berlusconismo è l'unico obiettivo unificatore in questo governo di buffoni che non sanno confrontarsi con l'avversario ma sono maestri nel pugnalarlo alle spalle. Tutti uniti tranne l'Udeur che sembra aver voglia di spallate. Se questa follìa passerà al Senato, non solo il nemico di sempre Silvio Berlusconi ma anche i vari Luca Cordero di Montezemolo, Carlo De Benedetti e soci dovranno scordarsi della politica... altro che finanziare il nascituro Pd.In questo perfetto clima da soviet si è deciso di aspettare la fine dei lavori della Commissione Affari Costituzionali. E Violante è diventato, come ho detto, un vero razzo... Perfetta nella sua drammatica realtà la battuta di un parlamentare: "Ora per candidarsi bisognerà mostrare un certificato di indigenza"
Meglio ancora, aggiungo io, se il certificato è tenuto stretto in un pugno chiuso.

2 commenti:

Antonio Conoscitore ha detto...

Ti faccio una domanda facile facile. Si potrebbe candidare a presidente della repubblica Berlusconi nella Francia di Sarkozy con la legislazione vigenze in quel paese sul conflitto di interessi? Probabilmente a te è anche ignota. Te la posto tradotta in italiano se non la conosci.

ALESSANDRA FONTANA ha detto...

Caro Antonio leggiti ciò che ha detto Stefano Mannoni, docente di giurisprudenza all’Università di Firenze al Corriere della sera. Penso non ti servirà la traduzione…

"Si continua a liquidare il progetto Frattini come una vera caricatura, una prepotenza. La questione è seria, molto seria: ne va della credibilità delle istituzioni oltre che dell'immagine del Paese. Il punto decisivo è allora proprio questo: davvero la legge del governo Berlusconi è così inutile?
La risposta a queste due semplici domande passa per l'ormai celebre "modello americano" e per le esperienze dei nostri vicini europei. Più citato che compreso, questo sedicente "modello Usa" ha ispirato negli anni progetti i cui stessi autori hanno finito per ammettere l'inadeguatezza o l'impraticabilità. Il blind trust per cominciare: del tutto inadeguato. Dopo averlo celebrato come l'uovo di Colombo si è capito che affidare imprese, televisive o non, a una gestione anonima e indipendente, non avrebbe impedito al governante-proprietario di favorirle, direttamente o indirettamente.
L'alienazione forzata allora? Semplicemente impraticabile. E' bastato uno sguardo un po' più attento alla realtà americana per scoprire che negli Usa, la patria della liberty and property, nessuno può obbligare chicchessia a vendere alcunché. La verità è un'altra: nella spietata arena politica di Washington dove i senatori (in base alla costituzione) possono sbarrare la strada a qualsiasi nomina presidenziale, dove nemmeno le massime cariche dello Stato sono al riparo da penetranti investigazioni penali e personali, le precauzioni non sono mai troppe: il caso Enron insegna.
A nessuno, in America come in qualsiasi altro Paese civile, è mai venuto in mente di condizionare l'esercizio di un diritto politico all'alienazione di beni. Ai tempi dei greci questo si chiamava ostracismo e non sembra una buona idea risuscitarlo sotto mentite spoglie. Restava la proposta di un’autorità indipendente che valutasse caso per caso la situazione patrimoniale dei singoli uomini di governo.
E poi? Avrebbe dettato al capo dello Stato di revocare il presidente del Consiglio o il ministro che, a giudizio dell'autorità, non desse garanzie di imparzialità. Non scherziamo! Lasciamo ora il "modello Usa" per l'Europa dove troviamo ahimè ben poco cui attingere. Le costituzioni rigide dei nostri vicini prendono troppo sul serio i diritti personali, le libertà politiche fondamentali, per imporre preclusioni o, come si dice pudicamente in Italia, "oneri". In alcuni casi poi, come in Francia, il conflitto di interessi è persino divenuto l'asse portante dello Stato gollista i cui tecnocrati vanno e vengono dalle aziende senza curarsi minimamente della coincidenza tra controllori e controllati. Quanto poi alle poche foglie di fico legislative introdotte qui e là con il dichiarato intento di "garantire" qualche cosa, sono concessioni all'opinione pubblica che suscitano il sarcasmo degli addetti ai lavori. In una parola, la trasparenza non ha guadagnato proprio nulla, ma prospera solo l'ipocrisia.
Torniamo infine all'Italia. Frattini si è fatto carico di presentare una legge che concilia il rispetto dei diritti politici, la forma del governo (che in Italia affida al Parlamento il controllo sull'esecutivo) e l'indipendenza di una authority destinata a rafforzare il monitoraggio sugli atti sensibili. In quella terra incognita che, ovunque nel mondo, è la disciplina del conflitto di interessi, questo rappresenta un punto di riferimento solido. E tanto basta perché se ne possa discutere serenamente, magari senza rifugiarsi sull'Aventino o sbandarsi a Caporetto."

Aggiungo che il blind trust americano non è una legge, è solo un suggerimento.