Non avrei mai scritto una parola su questo rapimento per non far pensare a nessuno (nemmeno ai nostri maligni amici di sinistra) che si potesse in alcun modo “utilizzare” politicamente il dramma di un sacerdote rapito dai terroristi. Ma le parole del fratello ascoltate ieri mi hanno fatto pensare che avrei potuto dire la mia… Il fratello di don Bossi ha ringraziato Margherita Boniver per essere andata nelle Filippine per capire cosa stesse accadendo ed ha ripetuto più volte le sue parole di riconoscenza.
Devo dire che non mi è molto chiaro il motivo per cui è stata inviata l’on. Boniver ex sottosegretario agli Esteri del governo Berlusconi… Che non vi fosse nessuno in questo governo in grado di affrontare un incarico tanto delicato? L’on. Boniver che gode di tutta la mia stima si è detta disponibile ad occuparsi della triste vicenda ed ecco che D’Alema l’ha inviata nelle Filippine. Mah… qualcosa non torna.
L’unica certezza è che la soluzione del sequestro di padre Bossi non sarà né facile né, soprattutto, breve. Le foto diffuse dai rapitori dimostrano che il missionario italiano forse è ancora vivo e che un contatto è stato avviato, ma ancora non è stata aperta alcuna trattativa. Bisogna intanto capire chi sono i rapitori. Il gruppo terrorista di Abu Sayyaf, sicuramente legato ad al Qaeda, o comuni terroristi? L’onorevole Boniver esprime giustamente molta cautela anche perché a Mazoanga sono convinti che la banda sia di elementi dissidenti del fronte islamico del Moro, già protagonisti di altri sequestri di missionari italiani.
In questi giorni il Santo Padre ha fatto numerosi appelli per la liberazione di padre Bossi e da oggi dalle alte cime delle Dolomiti pregherà per il suo ritorno.
Che Dio lo ascolti.

Devo dire che non mi è molto chiaro il motivo per cui è stata inviata l’on. Boniver ex sottosegretario agli Esteri del governo Berlusconi… Che non vi fosse nessuno in questo governo in grado di affrontare un incarico tanto delicato? L’on. Boniver che gode di tutta la mia stima si è detta disponibile ad occuparsi della triste vicenda ed ecco che D’Alema l’ha inviata nelle Filippine. Mah… qualcosa non torna.
L’unica certezza è che la soluzione del sequestro di padre Bossi non sarà né facile né, soprattutto, breve. Le foto diffuse dai rapitori dimostrano che il missionario italiano forse è ancora vivo e che un contatto è stato avviato, ma ancora non è stata aperta alcuna trattativa. Bisogna intanto capire chi sono i rapitori. Il gruppo terrorista di Abu Sayyaf, sicuramente legato ad al Qaeda, o comuni terroristi? L’onorevole Boniver esprime giustamente molta cautela anche perché a Mazoanga sono convinti che la banda sia di elementi dissidenti del fronte islamico del Moro, già protagonisti di altri sequestri di missionari italiani.
In questi giorni il Santo Padre ha fatto numerosi appelli per la liberazione di padre Bossi e da oggi dalle alte cime delle Dolomiti pregherà per il suo ritorno.
Che Dio lo ascolti.
2 commenti:
Grazie Ale per aver ricordato questa vicenda che tutti ci auguriamo finisca prestissimo e felicemente. E grazie alla Boniver di essere andata a trattare per conto di un governo di cui non fa parte. Non sono nemmeno capaci di trovare uno di loro da mandare?
Buona serata
Carlo M.
Bè forse Carlo, se fosse stato rapito un giornalista di Repubblica o del Manifesto sarebbero corsi tutti nelle Filippine... Ma non voglio essere maligna...
Speriamo solo che padre Bossi torni presto!
Ciao, grazie a te
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