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27 settembre 2007

PRODI, SIAMO ALLA FINE DI UN INCUBO


Ecco che è accaduto ciò che si intuiva da tempo, alla Camera per la prima volta il governo è andato in minoranza.
Quindi non è solo un problema del Senato, ma “la novità” è che anche alla Camera dei Deputati dove i numeri sono assolutamente tranquillizzanti per il centrosinistra, il governo non tiene. Battuti su un emendamento relativo al decreto legislativo sulla sicurezza e tensione in aula. E’ chiaro che una situazione del genere non può continuare.

Infatti Romano Prodi, accompagnato dal ministro Padoa Schioppa ha avuto questa mattina un colloquio di oltre un'ora al Quirinale. Ufficialmente la visita al capo dello Stato era organizzata da qualche giorno per illustrare i provvedimenti relativi alla finanziaria.

Sono certa che invece il dialogo sia stato incentrato su ben altre problematiche.





Sappiamo bene che l'accordo sui contenuti della finanziaria 2008 è ancora molto lontano e il lungo vertice notturno, invece di semplificare ha complicato ulteriormente le cose creando altre tensioni. L'ala radicale del governo si è riunita per diverse ore al Senato ed al termine Giordano ha detto “Ci aspettiamo che oggi Prodi accolga e discuta le nostre proposte prima del Consiglio dei ministri”, mentre Mussi ha dichiarato hanno intimato “Chiediamo che valuti proposte giuste e ragionevoli per arrivare in Consiglio dei ministri dopo un lavoro collegiale e con una condivisione”.



Ma cosa vorrebbero? L'armonizzazione al 20% della tassazione delle rendite finanziarie ed un irremovibile “basta sgravi alle imprese”.

Mi ricordano il buon Sarko che nella prima proposta di bilancio ha previsto incentivi per i lavoratoriche continuano a lavorare oltre la data della pensione e consistenti sgravi fiscali per i cittadini dal reddito alto…

Il malcontento non è nemmeno più serpeggiante, ormai è palese.

Clemente Mastella con ironia dice “Io ho il raffreddore ma la maggioranza è più malata. Non so se il governo ce la farà ad andare avanti. Io non farò sgarbi, non sarò il Pietro Micca della situazione. Vado avanti per quello che è possibile: faccio le cose che in coscienza debbo fare e accetto le cose che in coscienza posso accettare”.

Persino Borselli dello Sdi parla chiaro “Basta vertici e sottovertici, bisogna piantarla, sono solo occasioni per distinguo, dove si da un messaggio sbagliato al Paese che serve solamente a qualche partitino che cerca visibilità”.
Cesare Salvi della Sinistra Democratica si lamenta: “Il governo presenti la Finanziaria in Parlamento e in un modo trasparente, come avviene in tutte le democrazie, ci si misura con le proposte formulate”. Del medesimo parere, ma più diplomatico, il povero Fassino: “Non serve un altro vertice, spetterà al presidente del Consiglio e al ministro fare una sintesi”.

Non a caso invece Russo Spena (Prc) è più duro: “Prodi, se non vuole suicidare il governo, deve dare ascolto alle nostre esigenze. Quello che ci appare dall'illustrazione della manovra non è accettabile, perché manca la redistribuzione delle risorse. C'è ancora una fiscalità a favore soltanto delle imprese e c'è troppo poco a favore di sanità e casa. Quasi nulla su scuola, formazione, innovazione e sviluppo, che sono punti fondamentali non solo per noi della sinistra alternativa ma per tutta la coalizione.”
Come dire, o Prodi fa come diciamo noi o non si va avanti.

Questa sceneggiata la conosciamo molto bene, ora però la sinistra estrema deve mantenere la parola con gli elettori altrimenti rischia un ulteriore scivolone nei consensi. Abbiamo letto attentamente i vari sondaggi di Repubblica ed il più recente pubblicato ieri dal Corriere che opportunamente cercano di "svegliare" la coalizione di governo.
E’ inutile dare la “colpa” al grillismo, la colpa è del loro modo di governare o meglio del loro modo di sopravvivere incollati alle poltrone.

E' finita da tempo, ora si tratta solo di liberarsi al più presto di questa gente...


Non a caso, stamattina Casini ha detto a Sky “...prima staccano la spina e meglio è!”.

Ha ragione. Il premier è ormai appassito e in balìa del vento. Nessuno lo innaffierà.

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