Il sequestro del tesoro di 43 milioni di euro al duo Consorte- Sacchetti, leader della finanza rossa facente capo ad Unipol, apre un ampio orizzonte su questo opulento e disinvolto mondo progressista. Che da un lato " lotta" contro le rendite finanziarie e le vuole tassare , per " combattere la speculazione", dall'altro lato, tramite Consorrte e Sacchetti, si arricchisce con la speculazione: consistente nel comperare e vendere azioni, giocando sui differenziali di listino, grazie alle particolari entrature finanziarie.Da un lato questa sinistra dice di lottare contro l'evasione fiscale e, per combatterla, adesso vuole bloccare i rimborsi all'esportazione dell'Iva. Ma, dall'altro lato, i capi della finanza rossa Consorte e Sacchetti, secondo l'autorità giudiziaria che ha disposto il sequestro, hanno effettuato ampie evasioni ( o frodi) fiscali, sui proventi ottenuti con il mega lucro di 43 milioni di euro. Questa sinistra ci ha stordito con le sue invettive moralizzatrici contro i troppi condoni di Tremonti, ma Consorte e Sacchetti non solo hanno fruito dello scudo fiscale di Tremonti per il rientro di capitali dalla Svizzera. Lo hanno fatto, secondo l'accusa, in modo improprio. Ossia, secondo l'accusa, hanno prima evaso il fisco e poi frodato il condono fiscale.Vi è una grossa differenza fra la mega rendita finanziaria di 43 milioni di euro, incassata dai due finanzieri rossi, manovrando pacchi di azioni, nel mondo delle scalate societarie e le modeste rendite finanziarie che incassano i risparmiatori che hanno investito in Bot, Cct, obbligazioni, azioni, depositate in banca e attualmente sono tassati al 12,5 per cento. La scusa ufficiale per tassare questi piccoli e medi risparmiatori al 20 per cento( aliquota che spesso diventerebbe del 40 per cento, tenuto conto che metà degli interessi percepiti è solo recupero del tasso di inflazione, pari almeno al 2 per cento annuo) è costituito dai guadagni da " facili" speculazioni di borsa. E la beffa sta nel fatto che uno degli episodi più oscuri nel contenuto, ma chiari nell'ammontare, di tali speculazioni è il guadagnone di Consorte e Sacchetti . Su cui, però, guarda caso, durante la campagna elettorale si era accuratamente messo il silenziatore. Il duo sostiene che questo guadagno di 80 miliardi di lire, ottenuto con una speculazione a colpo sicuro in borsa, è in realtà il compenso per le consulenze che avrebbero prestato, al finanziere bresciano Gnutti o a operatori da lui gestiti, in occasione della vendita delle azioni della società Telecom dal gruppo di controllo di Olivetti, in cui esse erano contenute, al gruppo facente capo all'attuale socio di Maggioranza Tronchetti Provera. Non riesco a capire come si possa credere a una simile " spiegazione".La consulenza in questione non risulta da nessuna carta scritta. E non risulta neppure che vi siano state riunioni, nella sede di qualche ufficio specializzato, in cui essa poteva venire fornita. Si deve desumere che la consulenza ( parcella di 80 miliardi di lire) è stata data in parte oralmente, in pranzi o incontri occasionali, in parte telefonicamente. Telefonate d'oro, di fronte alle quali quelle di Moggi impallidiscono.Di solito le consulenze, che vengono prestate, per le operazioni di acquisto di pacchetti azionari, di grandi società, vengono effettuate da banche specializzate come Goldman Sachs o Merryl Lynch. A volte esse sono compiute da studi professionali di avvocati , commercialisti, periti contabili che esaminano i conti delle società oggetto di acquisto e gli aspetti di diritto commerciale, di diritto comunitario, di diritto tributario dell'operazione e la sua conformità alle regole cui sono preposti il garante della concorrenza e l'autorità di sorveglianza sulle industrie di pubbliche utilità, come i telefoni. Non risulta che le parcelle degli studi professionali arrivino, per singole consulenze, per di più brevi, a simili cifre. Inoltre, comunque, tali consulenze si fanno con testi scritti.Infine, non risulta che Consorte e Sacchetti siano specialisti di queste discipline e che abbiano mai emesso parcelle con l'Iva, come chi svolge abitualmente queste attività. Ma, in un colpo solo, di improvviso, col loro consulto, hanno guadagnato 80 miliardi di lire, 43 milioni di euro. Magia della finanza rossa. Peccato che questa magia sia servita a loro, non sia applicabile al bilancio statale.
di Francesco Forte - Libero
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