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17 ottobre 2006

NOI SIAMO LA MOZZARELLA DI PRODI... CORAGGIO!!!

Prodi ha dichiarato qualche giorno fa in Spagna che lavorare al governo dell’Italia è “come fare una mozzarella”. Certo non è stato quello che potremmo definire un afflato di poesia o una frase da statista, ma senz’altro amalgamare ingredienti come Di Pietro e Mastella, Rutelli e Ferrero, Andreotti e Bertinotti deve essere un gran rimestare…Durante questo estenuante lavoro di impapocchiamento unionista, Prodi però deve consolidare e potenziare la propria soggettività politica. Ma come fare, essendo sprovvisto di un proprio partito politico? Lasciamo perdere le baggianate sul partito democratico, progetto abortivo fin dalla nascita, con Dl e Ds arroccati sulle rispettive posizioni. Anche qualora si facesse nascere il “mostro”, il suo leader naturale sarebbe De Benedetti e non Prodi, definito «amministratore di condominio» proprio dall'Ingegnere. Quindi, quale strada resta possibile per il «dossettiano apocrifo» Romano? Semplice: fare l'unica cosa che egli ha sempre fatto con discreto successo personale, non del Paese! Colonizzare feudi finanziari-imprenditoriali-bancari e/o crearne di nuovi ad hoc, ovvero creare riserve di caccia sulle quali possa vantare diritti di esclusiva, in modo da iniettarvi le sue famose «cordate», cosa che già aveva fatto all'interno degli ex enti pubblici economici, come ad esempio Fs Spa, con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti. Cordate composte da banchieri, finanzieri e imprenditori «amici» che sono l'unico serbatoio in grado di generare il consenso attorno ad un presidente del Consiglio monco di partito. Proprio in quest'ottica vanno collocate sia la fusione di Banca Intesa con San Paolo, portata a termine grazie a Bazoli, il «finanziere cattolico» amico, che il colpo mancino fallito miseramente (per ora almeno) di Telecom. Lo scorporo della divisione «mobile» da quella di telefonia fissa, con quest'ultima destinata a diventare una sorta di Iri 2, rispondeva esattamente a questo progetto: la costituzione dell'ennesima oasi protetta in cui collocare a piene mani soggetti «amici», che avrebbero contribuito ad aumentare il consenso politico attorno a Prodi. Creando così una leadership artefatta, lontana dal popolo, perché creata nelle buie stanze ove è solita riunirsi la tecnocrazia. Inoltre, la necessità di costruirsi un consenso artificiale attraverso poderose cordate crea danni all'interno degli apparati amministrativi ed economici del Paese, poiché il criterio meritocratico, lascia sempre più spazio a politiche clientelari peggio che democristiane. Alitalia ne è riprova incontrovertibile. La cosa che più stupisce è che sia i Ds che Rifondazione e compagni tipo Diliberto e Rizzo fingano di non vedere, lasciando mano libera al leader senza partito, sconfessando gli impegni assunti di fronte al proprio elettorato. Se questo accade perché loro per primi credono che questo governo durerà quanto poco oppure perché auspicano che qualche briciola prodiana finisca nello loro tasche, non è dato di saperlo.
Per ora lasciano che Romano impasti la mozzarella…

2 commenti:

Riccardo Gallottini ha detto...

Bel post, ma che tristezza vedere da liberale che c'è di modera i commenti..

ALESSANDRA FONTANA ha detto...

Caro Repubblican, ti ringrazio per la definizione di "bel post" e circa il moderare i commenti... bè dopo i numerosi insulti presi in quanto DONNA di centro destra (tu mi capisci vero?) ora cerco di postare solo i commenti più interessanti, quelli meno maleducati e che soprattutto non si interessino alla mia vita sessuale ... ;-)