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08 novembre 2006

IMPICCARE SADDAM

Pena di morte per Saddam. In estrema sintesi, la ritengo sbagliata. Ma non per motivi etici: per motivi politici. Domanda: perché non la ritieni moralmente sbagliata? Non che ogni vita sia sacra? Risposta: ritengo sacra la vita di tutti, ma gli autori di stragi di massa li metto in una categoria a parte rispetto a qualla dei normali esseri umani. Non dico che invoco per loro la sentenza capitale, tantomeno che ho stappato una bottiglia di novello quando ho saputo della condanna a morte dell'ex rais (peraltro ancora non definitiva). Dico che non spreco la mia indignazione per i loro destini, preferendo tenerla da parte per altri casi, più degni.
Lasciando perdere i tanti che si scandalizzano per la condanna a morte di Saddam mentre continuano a difendere Fidel Castro e le sue carceri dove i dissidenti sono lasciati marcire (nel vero senso della parola), tenendo da parte la Cina, nei cui confronti i difensori dei diritti umani di sinistra (radicali in prima fila) e i paladini delle libertà individuali di destra fanno a gara a chi chiude meglio gli occhi, non vedo in che modo possano criticare la condanna a morte del rais quelli che ancora oggi giudicano un glorioso episodio della resistenza l'uccisione di Benito Mussolini e Claretta Petacci, i quali un regolare processo non riuscirono ad averlo.
Chi ritiene la condanna a morte di Saddam una porcheria, deve avere la coerenza di dire che i partigiani che uccisero Mussolini e la Petacci senza nemmeno processarli furono dei criminali. Deve anche essere convinto che il processo di Norimberga fu uno scandalo e che certi macellai, tipo Adolf Eichmann, non dovevano essere condannati a morte. Non mi pare un passo che qualcuno oggi, a sinistra, abbia intenzione di compiere.
Coloro i quali invece ritengono che chi ha ucciso sul posto Mussolini e la Petacci abbia compiuto un'operazione benemerita, quelli che difendono le ragioni e l'esito del processo di Norimberga, per favore tacciano sulla condanna a morte per Saddam.

1 commento:

vito schepisi ha detto...

Cara Alessandra,
ho letto quanto hai scritto e mi sono indignato con la storia. Mi spiego. L'uomo, alla lunga, somatizza ogni cosa. Guarda avanti e si dimentica ciò che lascia alle spalle. Si frequentano e si discute con persone che se le circostanze lo consentissero troveresti schierate ancora negli stessi modi che nel passato. Al presente, però, se si comportassero come nel passato non degneresti di uno sguardo e ti affretteresti ad allontanare, pretendendo anche la loro emarginazione. Non so se sia corretto creare collegamenti di efferatezza tra delitti di diversa natura. Ti faccio un esempio se il linciaggio senza processo, e con la connivenza di uomini che poi si sarebbero proposti come governanti o uomini di istituzione, fosse applicato al giorno d'oggi, ovvero l'adesione morale ad aggressioni di uomini e popoli fosse perpetrato oggi con il "concorso esterno" di uomini e gruppi, potremmo paragonarli a delitti tanto gravi come la violenza carnale o la pedofilia? Io penso di si. A me indignano nella stessa misura e non hanno, e ne potevano avere, giustificazione. Oggi coloro che ieri si erano manifestati carnefici ed autori di delitti efferati, e che altrettanto farebbero solo se le circostanze lo consentissero, si levano ad urlare contro l’esecuzione della condanna a morte di un dittatore non meno feroce di Hitler, di Stalin, di Fidel Castro e certamente più feroce di Mussolini! Ecco perché m’indigno con la storia. Non si può far passare per innocenti pacifisti o per difensori della dignità dell’uomo, qualunque si la colpa da questi commessa, uomini immeritevoli di qualsivoglia stima come coerenza ed onestà intellettuale.
Detto questo, Alessandra, devo confessarti che mai un liberale, tollerante e democratico, come ritengo d’essere, auspicherebbe la condanna a morte anche della persona più disdicevole e reproba che ci sia. Spero che la condanna a morte non ci sia e spero anche che i suoi giorni finiscano in un carcere fuori dall’Iraq, onde scongiurare pericoli di fughe, perché sia di esempio e monito al mondo intero che nel terzo millennio i dittatori sanguinari e gli autori di crimini contro l’umanità abbiano il destino segnato. Un abbraccio. Vito