
Chi, negli ultimi quindici anni, ha elogiato e glorificato in ogni modo la magistratura d'assalto? Chi non ha mai battuto ciglio quando dalle inchieste «scottanti» sui politici della prima Repubblica e poi su Ricucci, Moggi, Vittorio Emanuele trapelavano dalle Procure, per finire in prima pagina, faldoni d'inchiesta riservati, interrogatori secretati, intercettazioni telefoniche ? Chi ha usato quelle “notizie” per raccattare consensi e costruirsi un'immagine pubblica all'insegna della verginità morale? Chi non ha mai rimproverato (ed anzi ha giustificato) ai togati il protagonismo calcolato, la ricerca della visibilità mediatica, la spregiudicatezza giuridica? Chi, negli ultimi tre lustri, ha fatto da spalla ai magistrati teorici della restaurazione etica per via giudiziaria, mettendo in piedi un vero e proprio “partito delle toghe”, sempre pronto a prendere le difese di giudici e pubblici ministeri che anche se sbagliano non pagano? Chi non ha ancora voluto porre un limite all'invadenza della magistratura in ogni aspetto della vita sociale?
La risposta è semplice. Sono gli stessi che oggi si stracciano le vesti, urlano e imprecano deplorando la pubblicazione in prima pagina del nome del portavoce di Prodi, Silvio Sircana, a seguito dell'inchiesta su Vallettopoli. Di colpo sono diventati tutti garantisti, di colpo sono tutti smaniosi di frenare le toghe che lasciano generosamente filtrare notizie più o meno fondate riguardanti uomini politici. Perché? Anche qui, la risposta è semplice: finché di mezzo ci vanno quelli dell'altra parte, quelli che sono ritenuti politicamente lontani dalla sinistra «etica», si chiude un occhio, anzi due. Tutto va bene, finché nel tritacarne finiscono Berlusconi e i suoi amici (ricordate il famoso G7 del '94 e l'avviso di garanzia recapitato a mezzo stampa ?), finché ad essere “sputtanati” sono gli uomini della destra. Ma quando cade uno dei loro, e per giunta il portavoce del presidente del Consiglio, allora …fermi tutti!!
Ma come? Non erano proprio loro a giustificare l'azione spregiudicata dei magistrati nel nome della tanto invocata ”moralità della politica”? Non erano proprio loro a scendere in piazza contro riforme della giustizia pensate per far rientrare le toghe nei ranghi democratici di un sistema civile? Non erano proprio loro a dare fiato alle trombe ai giornali amici trasformati in tribunali del popolo di sovietica memoria? Certo che erano loro, i novelli garantisti folgorati sulla via di Damasco dal caso Sircana, gli indignati a scoppio ritardato dopo che il nome del portavoce del presidente del Consiglio (e ora anche del governo) è finito in prima pagina.
Che cosa sarebbe accaduto se al posto di Sircana ci fosse stato il portavoce di Berlusconi? Si sarebbero stracciati le vesti allo stesso modo? Non credo, anche perché non l’hanno mai fatto fino ad oggi. Curiosamente ora scoprono che sono troppi gli spifferi che filtrano dai Palazzi di giustizia, e tentano di tappare i buchi. Ma dove erano quando, a partire dai primi giorni di Tangentopoli, questi spifferi mettevano alla gogna tutto ciò che fosse in qualche modo collegato ai partiti allora al potere? Dov'erano quando questi spifferi privavano della dignità civile (e perfino della vita) i vari Cagliari, Moroni, Gardini? Dov'erano quando il Corriere della Sera defenestrò di fatto, col succitato avviso di garanzia del G7 partenopeo, un presidente del Consiglio democraticamente eletto?
Non vengano a raccontarci e ad insegnarci oggi quello che per quindici anni hanno rifiutato, deprecato e deriso. Non vengano a dirci quello che dal '94 va dicendo Berlusconi. Non ci fidiamo degli indignati a intermittenza, dei seminatori di vento che oggi raccolgono l'inevitabile tempesta.
La risposta è semplice. Sono gli stessi che oggi si stracciano le vesti, urlano e imprecano deplorando la pubblicazione in prima pagina del nome del portavoce di Prodi, Silvio Sircana, a seguito dell'inchiesta su Vallettopoli. Di colpo sono diventati tutti garantisti, di colpo sono tutti smaniosi di frenare le toghe che lasciano generosamente filtrare notizie più o meno fondate riguardanti uomini politici. Perché? Anche qui, la risposta è semplice: finché di mezzo ci vanno quelli dell'altra parte, quelli che sono ritenuti politicamente lontani dalla sinistra «etica», si chiude un occhio, anzi due. Tutto va bene, finché nel tritacarne finiscono Berlusconi e i suoi amici (ricordate il famoso G7 del '94 e l'avviso di garanzia recapitato a mezzo stampa ?), finché ad essere “sputtanati” sono gli uomini della destra. Ma quando cade uno dei loro, e per giunta il portavoce del presidente del Consiglio, allora …fermi tutti!!
Ma come? Non erano proprio loro a giustificare l'azione spregiudicata dei magistrati nel nome della tanto invocata ”moralità della politica”? Non erano proprio loro a scendere in piazza contro riforme della giustizia pensate per far rientrare le toghe nei ranghi democratici di un sistema civile? Non erano proprio loro a dare fiato alle trombe ai giornali amici trasformati in tribunali del popolo di sovietica memoria? Certo che erano loro, i novelli garantisti folgorati sulla via di Damasco dal caso Sircana, gli indignati a scoppio ritardato dopo che il nome del portavoce del presidente del Consiglio (e ora anche del governo) è finito in prima pagina.
Che cosa sarebbe accaduto se al posto di Sircana ci fosse stato il portavoce di Berlusconi? Si sarebbero stracciati le vesti allo stesso modo? Non credo, anche perché non l’hanno mai fatto fino ad oggi. Curiosamente ora scoprono che sono troppi gli spifferi che filtrano dai Palazzi di giustizia, e tentano di tappare i buchi. Ma dove erano quando, a partire dai primi giorni di Tangentopoli, questi spifferi mettevano alla gogna tutto ciò che fosse in qualche modo collegato ai partiti allora al potere? Dov'erano quando questi spifferi privavano della dignità civile (e perfino della vita) i vari Cagliari, Moroni, Gardini? Dov'erano quando il Corriere della Sera defenestrò di fatto, col succitato avviso di garanzia del G7 partenopeo, un presidente del Consiglio democraticamente eletto?
Non vengano a raccontarci e ad insegnarci oggi quello che per quindici anni hanno rifiutato, deprecato e deriso. Non vengano a dirci quello che dal '94 va dicendo Berlusconi. Non ci fidiamo degli indignati a intermittenza, dei seminatori di vento che oggi raccolgono l'inevitabile tempesta.
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