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24 luglio 2007

19 LUGLIO : UN RICORDO MALINCONICO ED ANCHE UNA GIOIA

Le storie di vita si incrociano. Il “terrore” di ieri e di oggi ci accompagna purtroppo e nello stesso giorno dobbiamo registrare due fatti così distanti, ma allo stesso tempo così simili.

Il 19 luglio 1992 viene ucciso Paolo Borsellino, una autobomba salta in aria davanti alla casa della madre del giudice ed è una strage, l’ennesima… Dopo il giudice Chinnici, dopo il giudice Falcone e molti altri, la mafia uccide anche lui.
Un uomo particolare il giudice Borsellino, grande servitore dello Stato che però ne temeva l’immobilismo, un uomo intelligente, colto, monarchico ma convinto sostenitore dello Stato repubblicano. Un uomo che, dopo la morte di Falcone, aveva la certezza di essere nel mirino della mafia e di essere “il prossimo”.
Disse "Non sono né un eroe né un kamikaze, ma una persona come tante altre. Temo la fine perché la vedo come una cosa misteriosa, non so quello che succederà nell’aldilà. Ma l’importante è che sia il coraggio a prendere il sopravvento... Se non fosse per il dolore di lasciare la mia famiglia, potrei anche morire sereno".
Lei caro giudice Borsellino, di coraggio ne ha avuto davvero tanto e mi auguro che quando quella bomba è esplosa lei fosse sereno. Certo nell’aldilà avrà trovato più giustizia.







Oggi 19 luglio 2007 invece è stato liberato padre Bossi. I terroristi filippini hanno ottenuto dalle autorità ciò che chiedevano e forse Dio ha ascoltato le preghiere.
Sorvolerò su Prodi che ha cercato di attribuirsi un merito non suo, tant’è che la famiglia Bossi ha ringraziato tutti tranne il governo italiano.
Comunque, ciò che conta è che sia tornato padre Bossi! Grazie.



C’è un collegamento sottile tra i due eventi. E’ il terrore, che colpisce i “simboli” della giustizia umana o spirituale per cercare di vincere la sua guerra.
Fino a quando però avremo uomini come Falcone e padre Bossi, il terrore non vincerà.

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