Oggi a Roma la Federazione Nazionale Stampa Italiana ha inscenato la protesta. In realtà la piazza è stata monopolizzata dalle forze della sinistra extraparlamentare, della Cgil, del Pd, di Sinistra e Libertà, del’IdV con l’appoggio dell’Udc.
La Cgil ha provveduto a portare pulman di pensionati e casalinghe, i partiti hanno provveduto al programma, allo spettacolo.
La piazza dei liberi giornalisti italiani (non tutti per fortuna) era un tappeto di bandiere rosse, di slogan antiberlusconiani, di cartelli tutti uguali preparati e stampati dall’Unità. Fischietti, cappellini, gadget, cori contro Berlusconi, insomma la solita pantomima pagata con i finanziamenti dello Stato ai partiti e alla stampa. Cioè da noi.
“L’Italia è un paese dove è assente la libertà di informazione”, questa la tesi della Fnsi e del suo presidente Roberto Natale noto per la sua vicinanza alla estrema sinistra. Fulgido esempio dell’equidistanza di certi giornalisti.
Evidentemente non basta, la volontà di certi giornalisti è quella di trasformare i loro giornali e le loro trasmissioni televisive in un teatro di scontro tra poteri. Bene! Vedremo chi ne uscirà con le ossa rotte.
La Cgil ha provveduto a portare pulman di pensionati e casalinghe, i partiti hanno provveduto al programma, allo spettacolo.
La piazza dei liberi giornalisti italiani (non tutti per fortuna) era un tappeto di bandiere rosse, di slogan antiberlusconiani, di cartelli tutti uguali preparati e stampati dall’Unità. Fischietti, cappellini, gadget, cori contro Berlusconi, insomma la solita pantomima pagata con i finanziamenti dello Stato ai partiti e alla stampa. Cioè da noi.
“L’Italia è un paese dove è assente la libertà di informazione”, questa la tesi della Fnsi e del suo presidente Roberto Natale noto per la sua vicinanza alla estrema sinistra. Fulgido esempio dell’equidistanza di certi giornalisti.
Questa manifestazione segue di poche ore la trasmissione Annozero, la dimostrazione tangibile che in Italia non solo c’è libertà di informazione, ma anche libertà di insulto reiterato e continuo.
Ed è proprio questo il problema, la falsità. Questi signori non sono scesi in piazza per le querele o le cause intentate contro tutti i giornali italiani, ma solo per l’Unità e la Repubblica che sono stati querelati da Berlusconi dopo le note vicende da buco della serratura …
Ed è proprio questo il problema, la falsità. Questi signori non sono scesi in piazza per le querele o le cause intentate contro tutti i giornali italiani, ma solo per l’Unità e la Repubblica che sono stati querelati da Berlusconi dopo le note vicende da buco della serratura …
Negli ultimi anni in Italia sono state presentate 430 querele contro i giornali. Il 68% sono state inoltrate da esponenti del centrosinistra contro giornali di centrodestra. Nessuno è sceso in piazza, ma che dico “piazza” … Nessuno è sceso nemmeno al piano terra del ricco palazzo del proprio giornale. Un silenzio tombale. Evidentemente per certi giornalisti la libertà di informazione è messa in pericolo solo dalle due querele di Berlusconi.
Forse c’è un lieve disparità di giudizio, ma chi se ne frega! Cavalcare questa strana concezione del pluralismo della informazione, ha degli obbiettivi chiari. Convincere la gente di queste fesserie, condizionare la stampa straniera che provvederà a sputtanare l’Italia ed il Governo, danneggiare Berlusconi e cercare di far cadere il Governo.
Questa difesa corporativa della casta rossa dell’informazione, è un chiaro tentativo di imporre un regime mediatico in cui ci sono giornali, trasmissioni televisive e giornalisti che si ritengono depositari della verità. Chi non è d’accordo o è servo oppure nemico.
Questa difesa corporativa della casta rossa dell’informazione, è un chiaro tentativo di imporre un regime mediatico in cui ci sono giornali, trasmissioni televisive e giornalisti che si ritengono depositari della verità. Chi non è d’accordo o è servo oppure nemico.
E questo Governo cosa ha fatto per essere messo alla gogna? Ha messo a disposizione 10 milioni di euro per i giornalisti a sostegno della cassa integrazione. Lo stesso per i periodici. Il dipartimento editoria del Governo ha poi erogato 206 milioni di euro per contributi diretti alla stampa, per sostenere 450 testate. L’Unità per esempio ha ricevuto 6,3 milioni di euro, Il Manifesto 4,3 milioni, Avvenire 6 milioni, Europa 3,5 milioni, Il Riformista 2,5 milioni, Il Foglio 3,5 milioni, Libero 7 milioni. Sono stati erogati 21 milioni per contributi alle emittenti radiofoniche. Hanno anche rimborsato le tariffe postali agevolate: 273 milioni di euro. Tanto che l’Agcom (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni), ha lodato il Governo Berlusconi per sensibilità istituzionale e trasparenza.
Evidentemente non basta, la volontà di certi giornalisti è quella di trasformare i loro giornali e le loro trasmissioni televisive in un teatro di scontro tra poteri. Bene! Vedremo chi ne uscirà con le ossa rotte.
Per ora, il sondaggista Piepoli (non certo vicino al centrodestra) ha presentato un lavoro dopo Annozero. La signora D’Addario e prostitute varie (compreso il conduttore) non spostano un voto. La fiducia in Berlusconi è stabile al 50% e il governo è in ottima salute. Il ritorno dalle vacanze “ha fatto bene al Governo e male agli avversari. L'opposizione si è presa l'influenza A” ironizza Piepoli. “I dati evidenziano infatti una crescita del PdL che si attesta al 37%. Stabile la Lega Nord al 10% e l'Mpa all'1. In calo le quotazioni de La Destra di Storace, ferma all'1%. In ribasso il Partito Democratico al 26,5%. In calo anche l'Italia dei Valori di Di Pietro (6,5%). Sinistra e Libertà di Nichi Vendola al 2,5% e la lista comunista Prc-Pdci scende al 2,5%.”
Mi auguro che i giornalisti sinistri non leggano questi dati altrimenti l’ira monterà sempre più violenta e ce li troveremo in piazza a schiamazzare ogni quindici giorni …
Non comprendono, poveracci, che gli italiani hanno capito da tempo il loro gioco e detestano i bari.
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