Ieri Luca Cordero di Montezemolo è tornato ad occuparsi di referendum. Il suo pensiero è chiaro: “La necessità delle riforme istituzionali non verrà meno qualunque sia l'esito di quella consultazione. Per questo Confindustria si fa carico di lanciare alle forze politiche dei due schieramenti una proposta precisa: assumete oggi, qualunque sia l'esito del referendum, l'impegno formale e trasparente ad avviare subito dopo il 25 giugno un processo condiviso di revisione costituzionale”.
Poi ha spiegato: “Se vincesse il SI, ci sono molte cose condivisibili ma anche molte cose da cambiare. Se vincesse il NO, l'articolo V ha tanti elementi che ci preoccupano, quindi SI ad un impegno che, comunque vada, ci si possa sedere, come si fa in tutti i Paesi non a colpi di maggioranza, per sistemare la macchina perché, chiunque sia il pilota, se non si cambia la macchina non si vince”.
Ha inoltre osservato con un pizzico di irritazione “come tante cose in Italia, in questi ultimi tempi diventa un referendum più che istituzionale, partitico”. Eppure “non possiamo più andare avanti con un paese così complicato: questo è il vero tema che sta togliendo qualunque attrattività agli investimenti, al turismo creando delle complicazioni ai cittadini e alle imprese”.
Il centrosinistra non molla.
Prodi vuole la vittoria del NO, e quindi non vuol venire incontro alle richieste del presidente di Confindustria, che certamente ha interpretato come strumentale.
Montezemolo ha tra l'altro detto che il governo Prodi “ha dimostrato qualche esitazione di troppo nel fare” e sembra molto impegnato “nello spacchettamento delle competenze ministeriali piuttosto che nell'affrontare i problemi”. Non credo che i sinistri siano stati entusiasti di queste frasi, perché Montezemolo ha anche evidenziato una presenza ideologica: “Mi spiace che quando si parla di crescita, del ruolo delle imprese, si tende a contrapporre gli interessi di chi vi lavora e l'impresa stessa”, mentre “l'impresa vuol dire benessere, vuol dire la crescita del territorio”.
Si capisce che Prodi & C temano una sconfitta tant'è vero che Bassanini, che ha accusato i media di disinteressarsi del referendum e poi è andato cercando alibi ...“i partiti di centrosinistra in questi mesi sono stati distratti da altre cose: la formazione delle liste, la campagna elettorale per le politiche, la formazione del governo, la formazione delle liste per le elezioni comunali e provinciali, per finire delle giunte. Adesso è venuto il momento che tutti si occupino della riforma costituzionale. Altrimenti sarà troppo tardi”.
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