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08 settembre 2010

IL FIN-AMBULO


E così due giorni fa è andata in scena la commedia finiana, l’esercizio del funambulo Fini.
Bravo Fini, può perfino affascinare i più ingenui. E’ sempre stato un ottimo oratore, parla a braccio, usa il diaframma come gli attori di teatro per impostare la voce, cura i ritmi le pause, si gira a destra e a sinistra per coinvolgere il suo popolo. Roba da alta scuola oratoria, anche se gli tremano le mani …
Purtroppo però il discorso di Fini a Mirabello è stata una farsa cui i più benevoli possono aver dato il peso di un ragionamento politico, ma in realtà era il vociare di un uomo livoroso e frustrato che da anni covava un odio represso nei confronti dell’uomo che, estraneo al mondo politico, in pochi mesi lo ha sdoganato dal suo status di fascista, ha creato il più forte partito italiano ed ha realizzato un miracolo politico unendo Lega e An, vincendo tutto ciò che era possibile vincere. Una realtà che da 16 anni ormai è cresciuta sotto ai suoi occhi senza che il povero Gianfry potesse incidere in qualche modo sugli eventi.
Una realtà però che ha fatto molto comodo al buon Fini, ai suoi colonnelli ed alle sue suffragette … poltrone inimmaginabili fino a qualche anno fa, ruoli di prestigio, incarichi di responsabilità, finanziamenti e donazioni al partito, bagni di folle oceaniche, applausi e cori, trionfi elettorali … Un sogno che si realizzava, ma che lo vedeva sempre “secondo”, “delfino”, “vice” mai protagonista. Una sofferenza per chi, dopo i primi anni di ubriacatura da vittoria, deve dimostrare di valere qualcosa.
E così ecco arrivare i primi vuoti borbottii, le prime pretestuose stoccatine, i primi sorrisini tirati, insomma i primi segnali di malessere. Chi mi conosce sa che dal 1998/99 sostengo la tesi secondo cui Fini avrebbe prima o poi tradito il nostro progetto per frustrazione da “numero due”. E vi garantisco non sono una maga o la sibilla cumana.
Domenica però Fini si è fatto travolgere dal delirio di protagonismo ed ha demolito il progetto che comunque ha contribuito a far crescere, per la smania cieca di trovare un ruolo politico. Ed ha portato con sé coloro che, non sapendo cosa sia la riconoscenza, hanno girato le spalle a chi li ha portati ad essere ciò che sono, invece che degli illustri sconosciuti.
E così nel pieno del delirio, parla di un PdL che non c’è ma cui lui ed i suoi saranno comunque fedeli, parla di epurazioni quando da mesi fa dichiarazioni incredibili, false e gravissime, ignora le gravi questioni personali e della famiglia Tulliani, dichiarando con vuota retorica che saranno i giudici a dire dov'è la verità e dove le infamie ma non dà spiegazioni, sebbene contro di lui siano stati portati elementi indiscutibili da Il Giornale, da Libero e da Il Fatto.
Allude ad un manovra giudiziaria che dovrebbe distruggere Berlusconi, fingendo subdolamente comprensione e appoggio, critica la legge elettorale dimenticando di aver contribuito a farla, disapprova le decisioni prese sulla scuola e quelle di politica economica ma dimentica che i suoi uomini erano presenti alle decisioni, insulta gli eletti dimenticando anche questa volta di far parte di quella categoria, finge di non aver sentito che Berlusconi ha tolto il processo breve dai famosi 5 punti e continua a porre il veto per prendere l’applauso della clac … insomma fa (finalmente) il leader di una fazione senza considerare che la sua posizione di Presidente della Camera prevede terzietà, rigore e distacco.
E poi parla di destra, la destra che ha demolito in tutte le sue versioni, manda baci alla signora Tulliani Fini che dichiara “Sono qui per lui” in un moto “petaccesco” degno dei migliori feuilleton …
Risultato? Danneggiato uno dei pochi governi forti d’Italia, minaccia di elezioni o peggio di governi tecnici, la destra spaccata e indebolita, la sinistra ringalluzzita e persino Rutelli che dice la sua come Veltroni o Di Pietro.
E vai con l’inno, le canzoni di Battisti, le bandiere tricolore … Complimenti il Fin-ambulo ha avuto il suo momento di gloria.

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