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01 aprile 2013

IL "RE" STENDE IL PD


Giorni febbrili dalle parti del Quirinale.

Prima l'incarico a Bersani, una settimana persa dal "benzinaio di Bettola" ad incontrare i rappresentanti di ogni associazione o gruppo di bocciofili, qualche ora per ascoltare i gruppi parlamentari che già si sapeva cosa pensassero, qualche minuto in streaming per farsi umiliare in mondovisione da due neofiti grillini, il fallimento miserrimo e poi finalmente il "Re" decide di prendere in mano la situazione.

Manda a casa Bersani con lo smacchiatore in tasca, incontra i partiti e poi dichiara, in puro spirito partenopeo, "ghe pensi mì" ...




Qualche ora di sospensione d'animo e poi ecco che l'oracolo del Colle trova la via d'uscita, almeno si spera.

Dieci "saggi" che da martedì affiancheranno il Governo (perché noi abbiamo ancora un Governo in carica!?) per stendere proposte istituzionali ed economico-sociali che possano essere "condivise dalle forze politiche".
Risultato. Napolitano sta cercando di portare i partiti verso una tregua temporanea in modo da realizzare quei provvedimenti urgenti che avremmo dovuto approvare da anni. 

Tradotto: partiti litigiosi commissariati, Parlamento immobile, il controllo del Quirinale da cui dipendono i "saggi", Bersani è un incapace ed il Pd che ha voluto mantenere la linea (un po' rivista da Franceschini dalla Annunziata) del col-PdL-mai-piuttosto-la-morte ha sbagliato tutto. 

Berlusconi in fondo è quello che ha tenuto un atteggiamento più equilibrato proponendo la Große Koalition che al Pd fa venire la rosolia. Ed infatti il progetto di Napolitano non è altro che una grande coalizione zuccherata: le proposte verranno fatte dai "saggi" e votate in aula per il bene comune dell'Italia e per rispondere anche alle richieste dell'Europa. 

E chi dovrebbe votare per trasformare le proposte in legge? Ovviamente una grande coalizione, quindi ciò che fino ad ora la sinistra e Grillo hanno osteggiato. 

Tutto questo ha un po' il sapore di un piccolo golpe del Presidente, ma è una mossa per prendere tempo con la speranza di portare a casa un minimo risultato, forse. Poi il voto sarà inevitabile.



Il PdL stia al gioco magari brontolando, i "grillini" strepitino pure, Monti faccia finta di governare, il Pd faccia le sue riflessioni, magari un po' di autocritica, forse un restyling, possibilmente un cambio di leader. In fretta. 

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